Lei era mia

Non è semplice da dire
che nella maggior parte dei giorni io non mi riconosco
che queste scarpe e questo grembiule
questo posto e i suoi clienti
hanno preso più di quanto io volessi dare loro
Non è facile ammettere
che non sono più nulla di quello che ero
anche se è vero
che non sono mai stata al centro di una mia dolce attenzione
ricordo ancora quella ragazza

Lei è imperfetta ma ci prova
lei sta bene, ma mente
E’ dura con se stessa
si è spezzata e non chiederà aiuto
è incasinata, ma gentile
e sola la maggior parte del tempo
Lei è tutto questo mescolato
e cotto in un bel pasticcio
Lei non c’è più ma era mia
Non è quello che ho chiesto
a volte la vita semplicemente scivola via attraverso una porta sul retro
e costruisce una persona
e ti fa credere che è tutto vero
Ora ho te
e tu non sei quello che ho chiesto
Se devo essere sincera so che darei tutto indietro
per la possibilità di ricominciare
e riscrivere un finale o due
per la ragazza che ho conosciuto
Chi sarà abbastanza spericolata
Chi si farà male
Chi imparerà a temprarsi quando lei è piena di lividi
e viene usata da chi non sa amare
e poi lei si blocca e si sente spaventata
dalla vita che è dentro di lei
diventa più forte ogni giorno
fino a quando questo finalmente le ricorda
di combattere solo un po’
per riportare la passione nei suoi occhi
che se ne è andata, ma era mia
era mia

Lei è incasinata, ma gentile
lei è sola la maggior parte del tempo
lei è tutto questo mescolato
e cotto in un bel pasticcio
lei non c’è più ma era mia

Traduzione del testo di

Sara Bareilles – She used to be mine

Nuvole di panna

Stamattina mi sono svegliata dicendo: “…sì sì… lo sto facendo….” Mentre in realtà sto solo uscendo da uno dei miei soliti sogni in cui mi si chiede di fare o non fare questa o quell’altra cosa. Insomma, dormendo  ho continuato a lavorare, tanto che adesso, catapultata dall’onirico alla realtà, mi sento già stanca. Di primo mattino e di domenica non certo di sole e di azzurro, ma di affumicato grigio. Stanotte, in questo immenso universo, qualcuno deve aver fumato troppo ed ecco il risultato.

Preparo il caffè, accendo l’immancabile sigaretta e apro la posta. 300 improbabili proposte per dimagrire mi suggeriscono di provare per credere. Io credo che pesare 50 kili a 50 anni sia già un miracolo e via a ripulire la casella da altre 300 proposte di offerta credito bancario. Se proprio non vuoi dimagrire, almeno fa un bel po’ di rate da pagare fino all’anno 2033 cavolo, fa’ qualcosa! Nel 2033 sarò decrepita e non mi resterà che mettere via i soldi per la cripta, appunto.

Sì, devo fare qualcosa. Mi  vesto e vado a passeggiare nella nebbia. In riva al mare è un fenomeno ancora più affascinante perché è  in sincronia con il movimento delle onde.  Si muove sinuosa come una Venere che sorge dalle acque. Mi lascio avvolgere dalla marea di panna che sembra attutire anche gli spigoli in cui dia-cronicamente dentro me  inciampo. Tempo fa mi mandava in crisi. Senza coordinate, nel mare sconosciuto della vita in una nuova città, nuovo lavoro, nuove facce, nuove domande a cui dover trovare nuove e propositive risposte. Un fenomeno, la nebbia, in cui spesso mi sono persa.  Ritrovarsi è molto difficile. Si sfugge quasi sempre. Lo dice una mia amica, nell’unica mail che stamattina mi ha dato un buongiorno come si deve. E prosegue: ritrovarsi significa vedere ciò che si è trascurato, che si è abbandonato, che si è perduto. Ritrovarsi significa soprattutto la gioia di riprendere per mano se stessi e proseguire nel cambiamento evolutivo. La gioia! Felicità interiore. Grazie Dada. Spesso mi dimentico di questa parola. La uso così raramente che ho deciso di adottarla e farne buon uso, anche se è stata già adottata e mi accontento di esserne sostenitrice. Buona domenica di nuvole di panna, intimamente gioiose.