Bilanci e Sbilanci

Stamattina WordPress mi ha inviato, come immagino a tutti, il report annuale del blog. Un bilancio dettagliato di quanti post scritti, commenti fatti e ricevuti, visite e perfino se dall’Italia o dall’estero. Niente da dire sui piccoli numeri quando si decide di aprire un blog per se stessi. Sì, insomma per parlarsi “addosso”, almeno per quanto mi riguarda e per dirla in maniera più letteraria per dare voce ai “sensi del silenzio – dove la scrittura si fa dimora” [cit.]

Niente da dire neppure sul fatto che questa piacevole notifica mi dà lo spunto per fare un bilancio sui miei sbilanci. Tranquilli, non ho nessuna intenzione di parlare delle mie finanze ché quelle hanno cronicamente il bilancino starato.
No, WordPress mi segnala il mio post più letto e infatti me lo vado a rileggere.

2012. Ecco, da questa pagina dal titolo di apocalittici preannunci fortunatamente smentiti, traggo i miei sbilanci.

Non ho più le foglie secche davanti all’uscio di casa, né il piacevole crepitio nel calpestarle. Non ho proprio più quella casa. Non ho più il mare a 50 metri di distanza e l’odore salmastro portato dal vento dell’Adriatico. Non ho più il mio lavoro ché a causa e per torto o per ragione, c’è che si è pensato bene di rottamarmi. Non ho ancora trovato un luogo dove andare a fare le mie introspettive passeggiate. Certi giorni ci provo a farmi “calzare” le piazze e le aree verdi della cittadina che mi ospita, ma si è mai vista una nave, per giunta mossa, ormeggiata nel parco Ugo Foscolo di Busto Arsizio? Senza nulla togliere ad una città che offre comunque tanto di tutto, gettare l’ancora è ancora un eufemismo. Non ho più neppure i 4 km in discesa (…) che hanno reso inquieti i miei ultimi tre anni. Ma questa è un’altra storia. In compenso ho tanto da scoprire, inventare, imparare. Insomma, ho e non ho, tolgo ed aggiungo. Come in un algebrico aggiustamento interiore ed esteriore, sposto strappo ed estraggo annetto connetto ed immetto. Se per evitare la banca-rotta non avessi dovuto vendere dei titoli (non quelli finanziari), potrei quasi osare un attivo di bilancio, ma ancora è tanta la stanchezza di questo anno che è stato pesante benché  formativo, per cui predispongo un ammortamento e ripartisco il costo del mio bene per i prossimi esercizi di vita che spero siano ancora in numero considerevole.

Do’ un’ultima sbirciatina al post che fa il suo compleanno, ringrazio la piattaforma di wordpress, i blogger che mi è piaciuto leggere e quelli che mi hanno letta e mi congedo con un sorriso.

Indugio ancora, appena un istante trattenuta da un rumore… il sassolino che era rimasto incastrato su uno scoglio, in precario equilibrio come un ubriaco, è caduto finalmente in mare. L’ho sentito adagiarsi sul fondo con un tonfo sordo e una bolla d’aria è salita in superficie. E’ scoppiata. Così, dopo aver tanto vacillato, senza fragori né glorie né clamori.

E si va avanti. Sempre più intima alla libertà di essere.